ECVET - Applicazione ai percorsi di mobilità


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ECVET: uno strumento finalizzato alla trasparenza delle qualifiche
ECVET è lo strumento finalizzato alla trasparenza delle qualifiche e al lifelong learning; nasce come sistema europeo per il trasferimento, la capitalizzazione e il riconoscimento dei risultati dell'apprendimento in Europa; privilegia approcci basati sui risultati di apprendimento e fondati sulle qualifiche espresse in unità. In tal senso si raccorda con le iniziative europee per la trasparenza, in particolare con EQF; propone, infatti, l'attribuzione di crediti alle unità costituite da risultati di apprendimento, a loro volta espressi in conoscenze, abilità e competenze. La trasparenza è funzionale alla comprensione reciproca tra organismi e utenti. Si richiede, pertanto, che le certificazioni siano strutturate secondo i dispositivi di Europass e che gli organismi adottino, nelle diverse procedure, i criteri di qualità proposti da CQAF ed EQARF. In tal modo ECVET si pone quale dispositivo che, in forma complementare a quelli appena menzionati, contribuisce a dare trasparenza alle qualifiche e facilita la mobilità dei soggetti in formazione attraverso il riconoscimento delle competenze comunque acquisite lungo tutto l'arco della vita. In un'ottica di mutual reversibility, l'Università, la Formazione professionale e tutte le altre agenzie a vario titolo formative assumono così il ruolo di tasselli fondamentali nel processo di formazione permanente degli individui in un sistema europeo generalizzato di accumulazione di crediti formativi. Ciò conferma ECVET come strumento fondamentale per il lifelong learning.

ECVET e le unità
ECVET nasce dall'esigenza di poter disporre di un dispositivo pratico e concreto nel trasferimento e nella capitalizzazione dei risultati di apprendimento. Per risultati di apprendimento (learning outcomes) s'intende ciò che un soggetto in apprendimento dovrebbe conoscere, capire e/o essere in grado di fare alla fine di un periodo di formazione. Gli esiti di apprendimento, in generale, possono essere definiti per singoli corsi, unità, moduli e programmi, ma in ECVET il riferimento è unità. Esse costituiscono la più piccola tessera di un percorso formativo - formale, non formale ed informale - oggetto di valutazione, validazione ed eventuale certificazione autonoma. Ciascuna unità, dunque, può essere certificata; avere allocati dei crediti; essere riconosciuta. Un'unità può appartenere ad una sola qualifica o essere comune a più qualifiche; essa rappresenta uno strumento per la misura del livello di apprendimento formale, non formale ed informale. Nella formazione professionale è opportuno che si riferisca ad un'attività chiave (processo lavorativo) di una qualifica e alle operazioni che la compongono.

ECVET e i crediti formativi
I punti di credito costituiscono un elemento informativo espresso numericamente: ad ogni unità di una qualifica viene attribuito un certo numero di crediti. Orientativamente un anno formativo dovrebbe corrispondere a 60 crediti. E' ancora in fase di definizione se il peso dato a ciascuna unità dipenda dal numero di ore di formazione o dall'importanza che i learning outcome assumono rispetto alla qualifica. I punti di credito facilitano il riconoscimento e il trasferimento tra qualifiche e tra sistemi.
Il credito è l'unità di misura che permette e semplifica il confronto tra i percorsi formativi; traduce conoscenze, abilità e competenze acquisite in un'espressione numerica. Tale traducibilità, seppure condivisa, è sicuramente una soluzione riduttiva rispetto alla complessità dello scenario formativo, ma è finora il solo strumento di applicazione efficace rispetto all'obiettivo principale dettato dalla necessità di risolvere con efficienza i problemi di trasferibilità.
Nel sistema universitario ECTS, che considera solo aspetti formativi formali, il credito corrisponde ad un carico di lavoro medio svolto in aula, in laboratorio, oppure di studio, pari a circa 25 ore. Si tratta di un'unità di misura basata sul tempo impiegato per il raggiungimento di un obiettivo certificato. Non tutti i Paesi europei sono concordi nell'assumere come criterio per l'attribuzione dei punti ad un'unità il carico di lavoro espresso in ore.

ECVET e i criteri per attribuire i crediti
I criteri per attribuire i crediti alle certificazioni e alle unità costituiscono ancora un elemento di discussione fra le diverse ipotesi avanzate all'interno del gruppo europeo di lavoro ECVET. Possono riguardare l'apprezzamento dell'importanza assunta dai contenuti in termini di conoscenze, abilità e competenze (KSC) per ciascuna unità; la durata (reale o ipotizzata) di un programma di formazione; il carico di lavoro per un formando riferito ad un percorso formale di apprendimento; lo sforzo impiegato dal formando in un contesto informale di apprendimento. La scelta definitiva del criterio per ECVET non è ancora resa nota, pur essendo già state fornite, in tal senso, molte indicazioni.
I punti di credito complessivi per una qualifica devono essere attribuiti dall'autorità competente alla qualifica e relativa certificazione. L'organismo che eroga la formazione è deputato ad attribuire all'unità il punteggio del credito; mentre quello che rilascia la certificazione ne è deputato al riconoscimento. L'ECVET si colloca nell'ambito della sussidiarietà in quanto consente il riconoscimento di crediti a segmenti di percorsi formativi, sviluppati in coerenza con standard comuni, pienamente rispondenti ad esigenze specifiche dei mercati locali e nazionali.
Risulta,dunque, fondamentale determinare una dimensione orizzontale degli esiti di apprendimento in termini di conoscenze, abilità e competenze, definendo a quale livello EQF si collochi l'unità e quanti punti si possano attribuire ad una data qualifica. Nel passaggio tra sistemi formativi oppure da una qualifica all'altra, il riconoscimento di un'unità può richiedere eventuali integrazioni o compensazioni di crediti mancanti. Nel caso di mobilità in formazione può verificarsi che ad una data unità vengano attribuiti crediti diversi dal soggetto che ha erogato la formazione rispetto a quello ricevente. Per superare questa e altre difficoltà è necessario quindi un protocollo d'intesa (MoU Memorandum of Understeanding) tra le istituzioni competenti nel rilascio della qualifica ed un learning agreement tra i due organismi, quello che invia e quello che riceve. In fase di applicazione del dispositivo è fondamentale definire quale approccio e quali regole attuare per il riconoscimento e l'accumulazione dei crediti; quali convenzioni redigere per facilitare la conversione tra i sistemi nazionali o locali. L'attribuzione di crediti per attività informali e non formali è un elemento di criticità che merita particolare attenzione ed approfondimento.

ECVET e i percorsi formativi formali, non formali ed informali
Non sempre l'unità, a cui vengono attribuiti dei crediti, coincide con l'unità formativa. I moduli o le unità formative vengono scelti dal formatore nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi prefissati e fanno parte di un programma di studio o di un percorso formativo complesso. Le unità formative sono associabili alle unità (capitalizzabili) con modalità di corrispondenza diverse: una a una, una a molte, molte a molte. Si differenziano per durata, modalità di erogazione e tipologia di attività: laboratoriale, lezione frontale, studio, esercitazione. Le unità formative, a differenza di quelle capitalizzabili, appartengono alla sfera della sussidiarietà in quanto legate alla tipologia di utenza, al contesto educativo, al territorio. La conoscenza delle unità formative non è indispensabile ai fini dell'attribuzione dei punti di credito, ma può facilitare la comprensione e la valorizzazione delle unità in fase di riconoscimento.
Nei documenti comunitari si afferma che ECVET segue approcci adattati ai fabbisogni dell'apprendimento permanente e a tutti i contesti dell'apprendimento con pari valore e stima. Nel consentire il riconoscimento dei risultati di apprendimento conseguiti in tutto l'arco della vita e in qualsiasi contesto, ECVET dovrebbe facilitare la validazione ed il trasferimento anche degli apprendimenti non formali ed informali e contribuire a migliorare l'accesso alla certificazione per tutti. Quest'ultimo obiettivo non trova tuttavia ancora applicazione pratica in quanto nell'informale non si dispone ancora di grandezze e unità confrontabili e nel non formale manca un modo per esprimere le job description. Le criticità sono legate alla conoscenza e alla formalizzazione dei processi di apprendimento nel lavoro, ovvero alla relazione tra non formale e formale attraverso l'accertamento dei concetti di tempo, densità e livello di apprendimento.

ECVET e gli attori e i beneficiari della mobilità
ECVET facilita la mobilità, nonostante gli ostacoli che ne impediscono lo sviluppo e che sono rappresentati, in particolare, dalla diffusa difficoltà ad identificare e validare i risultati dell'apprendimento acquisiti in segmenti di percorso all'estero. Costituisce inoltre uno strumento rivolto a formatori, trainer e autorità competenti, che consente di mettere a confronto più facilmente gli obiettivi di apprendimento conseguiti in Paesi diversi, validandoli e riconoscendoli.
Gli attori sono:

  • le autorità competenti che, oltre ad approvare una decisione di adozione di ECVET, devono dare disposizioni relativamente alle procedure di valutazione e validazione nonché al trasferimento e al riconoscimento dei risultati di apprendimento; le stesse autorità devono anche provvedere alle certificazioni in termini di unità espresse in KSC. ECVET si basa sulla partecipazione volontaria degli Stati membri e degli attori responsabili della certificazione e della formazione professionale;
  • gli organismi che realizzano il processo di trasferimento dei risultati di apprendimento. Tale processo può essere descritto come una transazione: un primo soggetto/organismo valuta i risultati di apprendimento, attribuisce crediti e li registra in un libretto individuale; un secondo soggetto/organismo valida e riconosce i crediti come prova dei risultati di apprendimento raggiunti dalla persona. Il riconoscimento determina l'assunzione di tali crediti rispetto al rilascio di una certificazione. ECVET è meccanismo che favorisce sinergie tra gli erogatori di formazione in quanto sostiene la cooperazione tra gli organismi formativi rispetto al trasferimento e all'accumulo di crediti.

I beneficiari sono:

  • gli studenti, che possono trasferirsi in contesti formativi differenziati allargando la loro preparazione e, conseguentemente, la loro occupabilità;
  • le istituzioni incaricate di favorire la mobilità delle persone, che possono, in tal modo, disporre di strumenti certificatori comprensibili e facilmente utilizzabili;
  • le istituzioni formative, che valutano l'eventuale ammissione e l'inserimento di corsisti che provengono da altri sistemi nazionali ed internazionali.


ECVET e il mutual trust
L'adozione di ECVET richiede e al tempo stesso sviluppa un clima di fiducia reciproca tra gli operatori. L'attribuzione e il riconoscimento di crediti sono finalizzati ad incrementare e sostenere la mobilità regionale, nazionale ed internazionale, e contemporaneamente a valorizzare le competenze comunque acquisite riferibili a moduli formativi, ad unità di competenza, a qualifiche erogate da un ente. Non è sufficiente auspicare che le descrizioni dei percorsi formativi - formali, non formali ed informali - siano ben descritti e rispondenti a criteri di trasparenza e qualità, è indispensabile che il credito risulti inserito in un contesto sistemico e non estemporaneo né casuale. Tale contesto di riferimento formalizza ed estende, ad una pluralità di organismi formativi, le convenzioni tra soggetti eroganti e riceventi, le procedure per la definizione, l'attribuzione dei crediti ed il loro mutuo riconoscimento (che dà luogo al mutual trust). Si tratta di un accordo tra organismi, all'interno del quale il credito assume un valore negoziale e convenzionale: non certo assoluto, come potrebbe verificarsi in una procedura che risponda a criteri di equipollenza.
Costruire ECVET è senza dubbio cosa complessa e condizionata dall'esigenza di condividere il significato di alcuni concetti di base, come, per esempio, quello di operazione funzionale alla comprensione reciproca. ECVET, per favorire la fiducia reciproca e la cooperazione, propone un quadro metodologico di convenzioni e principi; promuove il dialogo tra formatori; diffonde strumenti per sviluppare i partenariati tra i diversi attori coinvolti.

ECVET ed ECTS
Per approfondire e meglio comprendere i criteri per l'attribuzione ed il trasferimento di crediti nel VET, può risultare utile verificare come alcune problematiche analoghe siano state risolte in ambito universitario e come alcune di queste soluzioni siano esportabili nel VET, pur nella consapevolezza che in questo sistema viene considerato anche l'apprendimento non formale e informale, che è completamente estraneo al sistema universitario dei crediti. A differenza di quanto avviene nel VET, inoltre, le Università sono soggetti autonomi nel rilascio delle certificazioni dei titoli, mentre gli organismi di formazione non lo sono.
L'esperienza condotta dall'Università, nell'ambito del progetto Socrates Erasmus per la mobilità in Europa degli studenti universitari, consente di affermare che non basta stabilire le modalità per l'attribuzione ed il conseguente riconoscimento di crediti nei passaggi; ma è necessario, altresì, definire quali unità si riconoscono, quale valore sia loro attribuibile nei trasferimenti tra strutture, quali protocolli possano formalizzare gli accordi tra organizzazioni formative in un clima di mutual trust.
Nonostante le positività rilevabili nel sistema ECTS, si ritiene che la trasferibilità nel costruendo sistema dell'ECVET non è certo attuabile tout court. I sistemi formativi, infatti, sono troppo diversi perché si possa facilmente procedere alla comparazione dei contenuti dei moduli e all'attribuzione di un valore analogo al credito formativo. Sugli accordi tra organismi di formazione pesa, inoltre, la diversa credibilità di cui gli organismi stessi godono e la possibilità/capacità di mettere in trasparenza i percorsi. Le variegate e recenti offerte formative del VET non possono certamente essere paragonate a quelle accademiche, per la maggior parte codificate nel tempo e, pertanto, più facilmente riconoscibili.
Risultano, per contro, sicuramente trasferibili le scelte metodologiche qui di seguito sinteticamente proposte, che assumono valenza strategica:

  • individuazione di una metrica (modalità di misurazione) che consenta di mettere a confronto tra loro percorsi, moduli, unità;
  • individuazione di possibili unità di misura e scelta di quella più funzionale a determinare la necessità di un sistema di crediti volto a garantire la mobilità formativa e occupazionale del cittadino europeo;
  • consapevolezza dell'assunzione del carico di lavoro - impegno globale richiesto allo studente/corsista - come credito formativo. Esso rappresenta uno dei possibili strumenti di confronto e di integrabilità dei percorsi e non una modalità di valutazione comune degli apprendimenti;
  • accettazione del valore del credito nell'ambito di accordi e in un clima di mutual trust;
  • consapevolezza che la fiducia reciproca ha come presupposti la trasparenza delle qualifiche e la qualità nei processi formativi;
  • consapevolezza che l'attribuzione del credito è successiva alla valutazione positiva dei risultati dell'apprendimento (learning outcome) raggiunti; non dipende dunque dalla sola frequenza/partecipazione ad un programma formativo;
  • progettazione di un meccanismo per l'acquisizione di certificazioni intermedie e di qualifiche professionali.



Allegato 1
Si riportano alcune esemplificazioni tratte dal Documento di lavoro dei servizi della Commissione Sistema Europeo di crediti per l'istruzione e la formazione professionale (ECVET) del 31.10.06 SEC 20046 1431.


1. Processo di trasferimento dei risultati dell'apprendimento



2. Come attribuire i punti di credito



3. Come potrebbe funzionare ECVET in pratica per la mobilità
3. Come potrebbe funzionare ECVET in pratica per la mobilità
Una proposta esemplificativa presentata in ordine cronologico e per fasi.

Fase 1: definizione di accordi o memoranda di partenariato, tra autorità o organismi competenti, contenenti le corrispondenze tra le certificazioni (unità e punti di credito) e/o i processi d'apprendimento relativi ai dispositivi di trasferimento; individuazione delle procedure per la valutazione, il trasferimento e la validazione degli obiettivi di apprendimento (unità o parti di esse); presentazione delle disposizioni assunte per assicurare la qualità. Il punto chiave dell'accordo di partenariato dovrebbe consistere nel fatto che i risultati dell'apprendimento, per i quali vengono attribuiti dei crediti, siano riconosciuti in modo irrevocabile. Gli accordi di partenariato inoltre sono stabiliti e articolati tra gli Organi o Enti di diversa natura in funzione del tipo e del grado di cooperazione attesa.

Fase 2: preparazione di un contratto pedagogico/formativo. Tale strumento, che potrebbe essere sviluppato a livello europeo, è necessario nel quadro dell'apprendimento formale. Il contratto stabilito tra la persona e le due istituzioni partner dovrebbe specificare i risultati di apprendimento attesi (unità) e i punti di credito associati.

Fase 3: attribuzione dei crediti d'apprendimento mediante loro trascrizione nel registro che deve essere strutturato in modo da evidenziare gli obiettivi di apprendimento espressi, in termini di KSC, e i relativi punti di credito attribuiti.

Fase 4: trasferimento, validazione e capitalizzazione dei crediti di apprendimento. In conformità con l'accordo di partenariato siglato tra i due partner e il contratto formativo stabilito con il formando, i crediti dell'apprendimento dovrebbero essere validati e trasferiti dall'istituzione di provenienza e riconosciuti da quella ricevente. Tanto, ai fini del conseguimento della relativa qualifica, attraverso la capitalizzazione che segue le regole proprie del sistema di riferimento.

Esempio di M.o.U.
La simulazione di un periodo di formazione in un altro Paese è stata realizzata in S.E.S.A.M.O. tra l'Italia e l'Estonia, la Francia e la Grecia, l'Olanda ed il Regno Unito. Ciò ha consentito di mettere in luce punti di forza e di debolezza delle esperienze; interessanti strumenti o check list di operazioni da svolgere da parte di operatori e utenti,che sono riportati nel capitolo quarto di questa pubblicazione.
Si riportano inoltre esempi di M.o.U.; il primo condiviso nell'ambito di un progetto europeo; gli altri, italiano/estone, olandese/inglese e relativo allegato, francese/greco condivisi durante la simulazione.



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